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La più piccola delle isole Egadi, Levanzo, è il luogo ideale per chi vuole dedicarsi al trekking, grazie alla presenza di numerosi sentieri percorribili a piedi. Non si può perdere una visita alla Grotta del Genovese, raggiungibile via terra o in barca, che conserva graffiti eneolitici. Inoltre il giro dell’isola con la barca permette di raggiungere le numerose calette e di fare il bagno in un mare di un azzurro intenso.
Levanzo
Il nucleo abitato si è sviluppato attorno al porticciolo, posto presso la Cala Dogana. Infatti, poche e modeste case, una vecchia villa, una piazzuola, un bar, una chiesina riempiono quello piccolo paesino. Qualche ristorantino apre durante il periodo estivo, permettendo ai turisti più curiosi di godersi un piatto tipico con il rumore del mare come sottofondo.
Le difficoltà di attracco e la situazione abitativa modesta hanno conservato all’isola il primitivo habitat. Nelle zone rimboschite dagli arbusti spontanei corrono i conigli che attirano i cacciatori, soprattutto a settembre. La ricerca dei saporitissimi funghi, la pesca, una modesta attività ortofrutticola sono le occupazioni dei pochi abitanti.
Un po’ di storia
Levanzo deriva il suo nome dai liguri di Levanto. Gli studiosi della preistoria siciliana attestano che nel paleolitico superiore e nel mesolitico l’isola fu abitata da gruppi dediti alla pesca, alla raccolta di frutti e alla caccia.
L’isola, nel corso dei millenni, deve aver avuto una presenza umana modestissima, ma costante. Questo avvenne per l’estrema vicinanza alla terraferma e a Favignana, per la possibilità di cacciare, per la pescosità del mare che la circonda. Politicamente e amministrativamente, ha seguito le sorti dell’isola maggiore, e ancora oggi gli abitanti dipendono da essa e dal capoluogo Trapani.
Una curiosa usanza degli isolani è tenere ferme tutte le barche il 17 agosto di ogni anno. Tradizione e superstizione rammentano che chi esce in mare quel giorno subirà una grave disgrazia.
Foto da: https://www.grottadelgenovese.it/
e Maria Virzi