Vento di Trapani: la città dei due mari

Le grotte del nono chilometro

Le grotte nella zona del Nono Chilometro

Lungo la provinciale che collega Trapani a San Vito lo Capo, tra Pizzolungo e Bonagia, il nono chilometro è un posto tra gli scogli molto amato dai trapanesi. Non tutti sanno però che vi sono delle grotte interessanti.

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Quasi nascoste tra gli scogli ci sono diverse grotte. La più grande ha tre ingressi, quattro se si considera anche quello via terra. I primi due ingressi si trovano proprio sotto l’asfalto ed il guard-rail delle curve del nono chilometro, rivolte ad ovest. Entrando da un accesso si può facilmente uscire dall’altro, facendo un semplice giro. Oltre che a nuoto ci può entrare anche in canoa.

Un altro piccolo e meno visibile ingresso si trova nella parte opposta, nel golfetto di contrada Emiliana, con il suo caratteristico scoglio rotondo a forma di fungo. In realtà si può entrare nella grotta anche via terra, grazie ad un cunicolo che scende fino in acqua.

La grotta di Polifemo

Subito dopo le curve del nono chilometro, salendo per un sentiero verso la montagna di Erice, si arriva alla grotta Emiliana e alla Grotta di Polifemo

La grotta di Polifemo presenta due grandi vani che sono separati da uno stalagmite che si congiunge al soffitto come un pilastro. Probabilmente frane e smottamenti nel corso del tempo hanno fatto si che all’ingresso del riparo siano cadute numerose rocce.

 Nella parte sinistra della grotta il  soffitto è basso. Qui possiamo trovare il pittogramma di un labirinto, di una figura antropomorfa e di alcune rappresentazioni zoomorfe in ocra rossa.

Il complesso pittorico dovrebbe risalire intorno al 3000 a.C.

Le raffigurazioni nella grotta

La raffigurazione di questo labirinto, formato da sei volute concentriche ed ellittiche, risulterebbe più vecchio rispetto ai più antichi esemplari di labirinti presenti nella Carelia e nel Baltico.

A lato del labirinto è rappresentata una figura antropomorfa, costituita da una testa stilizzata, le due braccia alzate, mentre il resto del corpo risulta a “campana”. Con un occhio attento, nella mano sinistra della figura si può scorgere un oggetto di colore scuro, forse un corno. L’intera figura sembra ricordare nella sua forma quelle antiche raffigurazioni e statuette delle divinità femminili della civiltà minoica.

Sul soffitto roccioso, spostato rispetto al labirinto ed alla figura antropomorfa, tracce poco chiare e sbiadite probabilmente raffigurano un toro in stile orientale e due code di pesci, forse tonni. Delle piccole macchie di colore rosso, secondo alcuni studiosi, simboleggerebbero delle stelle o costellazioni.

Uno dei calendari di pietra

Anche questo posto è un cosiddetto “calendario di pietra”.

 Infatti il 21 giugno il sole al tramonto supera di poco lo sperone roccioso che divide Bonagia da Pizzolungo e riesce a illuminare la grotta di Polifemo con i suoi raggi.

Da qui è possibile risalire ancora per un suggestivo sentiero che si affaccia su Pizzolungo e sulla città di Trapani, arrivando fino all’area demaniale di San Matteo. Quest’ultima, purtroppo gravemente danneggiata da un incendio nel 2021, è caratterizzata da un bel bosco e da un allevamento di asino pantesco. Il percorso prosegue fino al borgo medievale di Erice, ad oltre settecento metri di altezza, passando per le antiche chiese rupestri e le millenarie mura elimo-puniche.

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