Vento di Trapani: la città dei due mari

La torre di Martognella ad Erice

La torre di Martognella,  torre di avvistamento saracena

In località Martogna, nel versante tirrenico di Monte Erice, si trova la torre di avvistamento saracena, detta di Martognella, proprio su uno sperone roccioso. Il terreno su cui si erge è privato e le escursioni non sono incoraggiate. Da lontano però la possiamo vedere, come una solitaria guardiana del nostro bel mare.

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La torre è una testimonianza della conquista araba della Sicilia che ebbe inizio nel 827 d.C.

E’ diversa dalle altre del sistema difensivo di torri perché ha forma circolare sormontata da una cupola.

In realtà la cupola è doppia: la cupola esterna è ancora quasi integra mentre quella interna è semicrollata.

La torre di Martognella e la falesia

Gli ingegneri militari dell’epoca collocarono la torre su una falesia alta circa 40 metri. La torre esattamente è costruita su un antro carsico alto circa 15 metri, che è stato murato con rocce calcaree irregolari. Si è realizzato così un grande ambiente che si integra alla torre sovrastante.

 A questo ambiente si può accedere anche dall’interno della torre stessa. Un tempo la muratura che chiude l’antro carsico era raggiungibile da una scalinata incisa nella roccia. A metà altezza della parete in muratura si possono ancora distinguere due feritoie di difesa per lo scarico di olio bollente.

Inoltre, alla base della falesia si apre la Grotta dei Giganti.

La leggenda della grotta dei Giganti

Questa grotta è nota anche con il nome di grotta del Tauro o grotta di Martogna, ed è una delle tante grotte di origine marina delle coste settentrionali del trapanese.

C’è una leggenda a tal proposito. Nel 1342 alcuni contadini che si ripararono dentro la grotta rinvennero un femore e alcuni denti dalle dimensioni gigantesche. Tornarono in paese dicendo di aver trovato i resti di un gigante. Nacque il mito del gigante di Trapani.

E’ probabile  che i contadini avessero rinvenuto ossa di grossi mammiferi pleistocenici, comuni in queste grotte. I cosiddetti denti potevano essere stalattiti o stalagmiti.

Questa storia affascinò tanto il poeta Giovanni Boccaccio che nel 1365 narrò la vicenda nel suo trattato Genealogia degli Dei, associando il gigante al Polifemo dell’Odissea di Omero.

Il gigante di Trapani

 Successivamente, il gesuita tedesco Athanasius Kircher, studioso tra l’altro di geografia e geologia, si mise in viaggio verso la Sicilia per seguire le tracce dei suoi antichi abitanti ciclopici. Dopo tanti anni di ricerche e studi in tutta Europa, Kircher stilò una classifica di tutti i giganti allora conosciuti. Il gigante di Erice- Trapani  risultò essere il più alto della storia coi suoi 100 metri circa. Kircher ne parla nel suo Mundus Subterraneus del 1665.

I Ciclopi e l’Odissea

Gli storici non riescono a collocare con certezza il paese dei Ciclopi raccontato da Omero. Ricordiamo la vicenda di Polifemo, il ciclope che imprigiona Ulisse e compagni e che li uccide per mangiarli. Ulisse ed alcuni compagni riescono ad accecarlo con un bastone per potergli sfuggire. Questo affronto scatenerà l’ira funesta di Poseidone, padre del ciclope, il quale per vendetta renderà impossibile il ritorno di Ulisse in patria per moltissimi anni.

Due secoli dopo, lo scrittore Samuel Butler, seguendo la sua passione per gli studi omerici finì proprio sulle tracce dei ciclopi e di Polifemo nella zona di Trapani e delle isole Egadi.

Nel 1897 pubblicò L’autrice dell’Odissea, un saggio in cui Butler espone la sua teoria dell’origine siciliana dell’Odissea. Soprattutto l’Odissea sarebbe stata scritta d una donna siciliana.

Tra l’altro in Sicilia ci sono diverse grotte che la leggenda lega a Polifemo e ai Ciclopi. A quest’ultimi si attribuiscono i faraglioni di Aci Trezza. Ci sono almeno altre due grotte di Polifemo oltre quella di Erice, e cioè a Zafferana e a Milazzo.

La torre di Pizzolungo

Poco distante dalla torre di Martognella si erge su una falesia anche la torre di Pizzolungo, inserita in una tenuta agricola privata.

La località balneare prende il nome dall’omonima collinetta che sovrasta tutta la zona, a forma di “pizzo allungato“.

Quella di Pizzolungo è di dimensioni più contenute ma anch’essa ha una forma cilindrica con un tetto “alla araba “ , cioè a cupola.

Fonti e foto:

torre di martogna di Roberto Grammatico

wikipedia