Vento di Trapani: la città dei due mari

Il Museo della Battaglia delle Egadi

Il Museo della Battaglia delle Egadi nell’ex stabilimento Florio

I locali dell’ex stabilimento Florio di Favignana si sono arricchiti del museo multimediale della Battaglia delle Egadi, inaugurato nel 2015.

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In una delle due sale sono esposti 6 rostri in ottime condizioni recuperati nel corso delle ricerche archeologiche subacquee, 2 rostri non perfettamente integri, 5 elmi di bronzo romani, i resti di un elmo punico e 6 anfore.

Il recupero è stato possibile grazie anche alla Fondazione americana RPM Nautical che ha messo in campo sofisticate tecnologie a bordo della nave oceanica Hercules.

La battaglia rivissuta

Attraverso i totem muniti di schermo touch, il visitatore può vedere dei filmati e le interviste degli esperti che raccontano il recupero dei rostri, le tecniche di battaglie, i metodi di fabbricazione e illustrano il luogo dove si è svolta la battaglia.
C’è poi una sala cinema 3d con un grande schermo centrale e 4 pannelli laterali.  Qui viene riprodotto l’agguato micidiale che i Romani tesero ai Cartaginesi al largo di Levanzo, dietro la punta di Capo Grosso. Lo spettatore si sente davvero partecipe di quella epica battaglia che si svolse il 10 marzo del 241 a.C.

Circa dieci minuti di accurate ricostruzioni al computer, suoni, immagini, cartine geografiche con le rotte seguite dalla flotte proiettate sul pavimento. I racconti prendono voce grazie a due attori che interpretano Annone e Lutazio Catulo.

La Battaglia delle Egadi

Dopo anni di battaglie sia l’esercito romano che il cartaginese erano stremati.  Ma i Romani pensarono di cogliere di sorpresa i Cartaginesi.
Gaio Lutazio Catulo, console romano, era a capo della flotta che nell’estate del 242 a.C. aveva preso il largo dirigendosi verso la Sicilia.

Visto che la flotta cartaginese era rientrata in patria, Catulo pensò che avrebbe facilmente colto di sorpresa i Cartaginesi rimasti in Sicilia. Infatti occupò facilmente il porto di Trapani e rafforzò le truppe che procedevano all’assedio della città di Lilibeo (Marsala).

A Cartagine, quando si seppe della spedizione romana, furono caricate le navi di cibo, bevande e persone in aiuto di Amilcare Barca che con le sue truppe era assediato alle falde del Monte Erice vicino Trapani.

Annone, il comandante della flotta cartaginese, portò la flotta all’isola “sacra”(cioè Marettimo). Da qui contava di passare al più presto ad Erice all’insaputa dei nemici per scaricare i rifornimenti delle truppe terrestri e per avere delle navi più leggere e manovrabili e quindi più forti negli scontri navali. Pensava anche di imbarcare come marinai dei mercenari alleati.

Gaio Lutazio Catulo intuì le sue intenzioni. Nonostante il vento fosse sfavorevole alla flotta romana, Catulo si preparò per uno scontro navale portando le navi nell’isola di Egussa (Favignana). Quando avvistò la flotta cartaginese fece sbucare circa 200 navi da Capo Grosso, una delle estremità di Levanzo, e dispose le navi su un’unica fila sorprendendo i Cartaginesi.

Il rostro, il vero vincitore della battaglia

I Romani avevano cambiato negli ultimi anni la maniera di costruire le navi copiandole proprio da quelle cartaginesi che erano riuscite a catturare nelle battaglie precedenti. Perciò usarono i rostri situati a prua. I rostri dei Romani però erano molto più evoluti e potenti dei rostri Cartaginesi.

I Cartaginesi erano in evidente difficoltà. Le loro navi erano cariche di merci, quindi lente nella manovra, praticamente inservibili per la battaglia. Gli equipaggi erano completamente privi di addestramento ed erano stati imbarcati per l’occasione soldati di marina appena arruolati.

I Romani affondarono 50 navi cartaginesi e ne catturarono altre 70, provocando migliaia di morti.

Si dice che Cala Rossa a Favignana avesse preso questo nome dal rosso del sangue che colorò il mare in seguito alla battaglia.

Cartagine, pertanto, avendo subito alle isole Egadi una sconfitta così pesante in termini di uomini e soprattutto di navi, con le finanze esauste, dovette chiedere la pace a Roma. Dopo 24 anni di guerra si concluse così la prima guerra romano-punica.
La sanguinosa battaglia determinò l’inizio dell’inesorabile tramonto del dominio cartaginese nel Mediterraneo.

Nuovi ritrovamenti sotto i mari

Altri reperti straordinari che si aggiungono a quelli recuperati qualche anno fa sono stati rinvenuti sotto il mare a Levanzo nell’ottobre del 2017 durante la campagna di ricerche “Egadi Project 2017″ condotta dalla Soprindentenza del Mare e dalla GUE (Global Underwater Explorer) in collaborazione con l’Ex Stablimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, il Comune di Favignana, l’AMP Isole Egadi e la RPM Nautical Foundation. I subacquei alto fondalisti della GUE hanno perlustrato il fondale marino tra i 75 e i 95 metri di profondità.

Sono stati recuperati altri due rostri e dieci elmi in bronzo del tipo Montefortino.