Vento di Trapani: la città dei due mari

Le torri costiere di Trapani

Itinerario delle Torri costiere

Un itinerario singolare da seguire in tutta la Sicilia è quello delle torri costiere di avvistamento. Queste costituivano il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo la fascia costiera di tutta l’isola, al tempo del Regno di Sicilia.

Torre di Nubia

Siamo alla torre di Nubia e alla nostra sinistra possiamo vedere in lontananza la torre di Marausa. Alla destra, in direzione di Trapani, notiamo un’altra torre assai nota, la Colombaia. Infatti da ogni torre era possibile scrutare il mare e vedere la successiva, con la possibilità di inviare alle altre torri fani, o segnali luminosi, visibili la notte. Questi, insieme ai segnali di fumo usati di giorno, servivano a trasmettere messaggi di allerta o richiedere soccorso. Nel periodo di massima funzionalità il messaggio poteva fare il periplo dell’isola nello spazio di un solo giorno! I torrari disponevano pure di una brogna (grossa conchiglia marina) che suonavano per mandare un allarme agli abitanti a breve distanza.

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La storia della pirateria

La pirateria nel Mediterraneo ha origini  antichissime. Tuttavia divenne davvero temibile ad opera dei corsari barbareschi, provenienti dalle regioni a maggioranza berbera che si affacciano sul Mediterraneo, che cominciarono a fare incursioni a partire dal XIV secolo.

Il periodo più cruento delle attività barbaresche per le popolazioni italiane si ebbe in concomitanza con le Guerre d’Italia del XVI secolo, che videro Francia e Spagna in conflitto per la supremazia nel territorio italiano.

I musulmani barbareschi, termine dietro il quale si celavano arabi, berberi, turchi e rinnegati europei, erano alleati della Francia e indirizzarono le loro scorrerie verso le flotte e le coste del meridione d’Italia, all’epoca sotto il dominio dei Re di Spagna. Le incursioni comunque si spinsero anche negli Stati italiani posti più a nord.

I corsari barbareschi non si limitavano a depredare le navi ma effettuavano spesso anche incursioni nei territori che si affacciavano sul mare. In tal modo essi catturavano enormi quantità di schiavi europei cristiani, che vendevano o di cui richiedevano il riscatto. Spesso gli schiavi erano utilizzati per la costruzione di grandi opere. Gli schiavi erano anche costretti a rimanere ai remi delle navi corsare, dette galee o fuste.

Mamma li turchi

Nel 1516 i turchi si insediarono ad Algeri, ed a partire dal 1520, il corsaro Khayr al-Din  detto Barbarossa operò da tale città per conto dell’Impero ottomano, divenendo nel 1533 Qapudan Pashà, cioè comandante supremo della flotta turca. Così la principale minaccia divennero i turchi. Ancora oggi gli anziani siciliani ricordano il grido d’aiuto: Mamma, li turchi, con i quali si identificavano barbari e pirati.

La costruzione delle torri

Tra il 1313 ed 1345 Federico III re di Sicilia fece costruire un sistema di 40 torri costiere di avvistamento e difesa, per lo più di forma cilindrica.

Nel 1405 il re aragonese Martino I di Sicilia, detto il Giovane, diede ordine di restaurare le 40 torri esistenti e di costruirne di nuove. Questo è il primo documento certo di un progetto organico di difesa costiera.

L’impero spagnolo di Carlo V investì ingenti risorse nella difesa delle coste mediterranee sia della Penisola Iberica, sia nel Regno di Sardegna, nel Regno di Sicilia e nel Regno di Napoli.

Le torri nel Regno di Sicilia

Dopo il rivelo (censimento) del 1549 il vicerè Giovanni de Vega costituì una Nuova Militia costituita da fanti e soldati a cavallo con il compito di gestire la sorveglianza delle coste e di intervenire in caso di sbarco dei pirati.

A partire da tale data si succedettero nel tempo diversi architetti ed ingegneri militari, siciliani e  non, incaricati di redigere piani di difesa. In particolare, nel 1577 il Viceré Marcantonio Colonna diede l’incarico al senese Tiburzio Spannocchi di redigere un piano di riparazione delle 62 torri già esistenti, e di costruirne altre 123. Il piano di Spannocchi rimase in buona parte non realizzato visto l’altissimo costo.

La maggior parte delle torri ancora esistenti sono state costruite su indicazioni topologiche e progettuali dell’architetto fiorentino Camillo Camilliani, e sono riconoscibilissime quasi come un vero e proprio archetipo progettuale. Il Camilliani ricevette l’incarico di costruire le torri nel  1583.

Dal punto di vista funzionale le torri si distinguevano in due grandi categorie: le torri di difesa vere e proprie, che sorgevano vicino ai centri abitati ed erano provviste di guarnigione armata. Le torri di guardia o di avvistamento, più piccole e disposte sulle alture per sorvegliare molte miglia di mare. Hanno tutte una identica struttura a base quadrata, con pochi e semplici divisioni interne ed una capiente cisterna per raccogliere l’acqua piovana.

Le torri esistenti

Attualmente le torri esistenti sono 218

Marausa

Lungo il litorale di Marausa si trova una torre di guardia del XVI secolo, la cui denominazione è “Torre di Santo Stefano di Alcagrossa”, perché sovrasta i bassi fondali marini, dove si scorgono le grosse alghe che danno il nome alla contrada e alla torre stessa. La torre di Marausa viene anche detta “Torre di Mezzo”, per la sua posizione geografica che la vede situata tra la torre di Nubia e quella di San Teodoro. Durante la seconda guerra mondiale fu adibita ad uso militare.

San Teodoro

A  San Teodoro ci sono due torri. E’ un luogo molto suggestivo, che costituisce una ipotetica “entrata” allo Stagnone di Marsala.  Da San Teodoro è possibile raggiungere a piedi, camminando nell’acqua per un breve tratto, una delle isole della laguna dello Stagnone, Isola Longa. Sotto le torri si trova un suggestivo ristorante proprio sul mare.

Torri di San Teodoro

Nubia

La torre di avvistamento fu costruita nel secolo XVI e ristrutturata nel 1585 dall’architetto Camillo Camilliani. Infatti è in perfetto stile “camilliano”. Si trova accanto alle saline di Nubia e Paceco, in particolare adiacente alla salina Culcasi e al Museo del Sale.

Trapani

A Trapani le torri costiere principali sono tre:

Torre della Colombaia o Torre Peliade, ben visibile dal porto e raggiungibile in barca.

L’amatissima Torre di Ligny, uno dei luoghi magici di Trapani, incontro tra i due mari, Tirreno e Mediterraneo.

La Torre della Tonnara di San Giuliano, di certo non in buone condizioni. Le sue rovine si ergono all’inizio della spiaggia di San Giuliano e in un certo senso delimita il confine tra Trapani ed Erice.

Ci sono poi due torri che non sono proprio sulla costa, ma sono più interne e poste su alture da dove si potevano scrutare diverse miglia di mare.

Si trovano sul litorale nord in direzione Bonagia e sono la Torre di Martognella e la Torre di Pizzolungo. Quest’ultimo è una frazione del comune di Erice a pochi chilometri da Trapani, nell’estremità occidentale del golfo di Bonagia. Pizzolungo prende il nome dall’omonima collinetta che sovrasta tutta la zona, un rilievo di bassa altitudine a forma di un vero e proprio “pizzo allungato”.

Bonagia

La Tonnara di Bonagia si affaccia su un minuscolo porticciolo che anticamente aveva la funzione di riparo per le barche da pesca. Inglobata negli edifici della tonnara vi è una torre di avvistamento. Oggi ospita il Museo della Tonnara, dove sono conservati reperti archeologici rinvenuti in mare, strumenti di lavoro, e un modello raffigurante una tonnara con la riproduzione di reti per la cattura dei tonni e la camera della morte.

Cofano

L’itinerario della Riserva naturale orientata di Monte Cofano, costeggia il versante Nord della montagna, affacciandosi sul mar Tirreno e passando per punti davvero particolari, come la Torre di San Giovanni e la Grotta del Crocifisso per arrivare alla Tonnara di Cofano.

Torre nella Riserva Monte Cofano

La torre della Tonnara di Cofano si trova già sul golfo di Macari ma ricade nel territorio del comune di Custonaci.

La torre ha una pianta quadrata stellare a quattro punte e rappresenta un impianto unico per la Sicilia per le sue pareti concave, che servivano a fare rimbalzare le palle dei cannoni durante gli attacchi. Per decenni fu una delle più importanti tonnare della zona.

È uno dei più bei posti della zona da dove andare a vedere le albe, col sole che sorge da Levante illuminando le acque del golfo di Macari, in un gioco di luci e riflessi da favola.

San Vito lo Capo

Prima di giungere a San Vito Lo Capo, sul Golfo di Castelluzzo-Macari si può ammirare la Torre Isulidda, da poco restaurata, mentre andando verso lo Zingaro si incontrano la torre ‘Mpisu (o ‘Impisu, impiccato) e la Torre dell’Uzzo.

Anche il Santuario di San Vito Lo Capo è provvisto di una Torre in uno degli angoli della fortezza. Sulla Piana di San Vito il Camilliani aveva fatto costruire un’altra torre detta “Roccazzo“, distrutta nel 1935 per far posto a un edificio militare.

Nei pressi del porto c’è un’altra torre molto bella, ben restaurata, che dovrebbe divenire sede di un museo archeologico. Il “Torrazzo” è una struttura cilindrica completamente diversa dalle altre del territorio, di probabile costruzione araba.

La Tonnara del Secco si trova all’estremità occidentale del Golfo di Castellamare e deve la sua denominazione al basso fondale a ridosso del Monte Monaco. Per quanto le reti dei pescatori non vengano più gettate dal 1969 è facile vedere in primavera e all’inizio dell’estate i tonni nuotare a fior d’acqua nel golfo del Secco.

Scopello

Torre Doria, nota ai più come Torre di Scopello, domina la Tonnara ed i Faraglioni di Scopello, ma la proprietà non ricade nei terreni di pertinenza dello stabilimento.

Conservatasi molto bene nel corso dei secoli, oggi è una splendida location per celebrare matrimoni nel suo vasto spazio esterno. Offre un accesso diretto al mare, raggiungibile tramite una scaletta privata.

E’ stata più volte set di spot e produzioni cinematografiche, quali il “Segreto dell’acqua” con Riccardo Scamarcio

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In questo contesto, adagiata su un’irta rupe, è presente anche una seconda torre, ormai un rudere a causa della difficile posizione. Questa  risale al XIII secolo ed è di proprietà della Tonnara.

In cima ad un altopiano, ad un’altitudine di circa 200 mt, con un panorama mozzafiato sul paese di Scopello, sui Faraglioni e sulla Tonnara, a poche centinaia di metri dal Borgo di Scopello, sorge Torre Bennistra.

Splendida è l’illuminazione, a risaltare la pietra, creando uno splendido effetto scenico, grazie all’ausilio di diciotto proiettori a led.

Un’altra torre si trova vicina alla spiaggia di Guidaloca. Ha una caratteristica e rara base circolare, con una merlatura nella parte alta, forse realizzata durante la seconda guerra mondiale. Di proprietà privata, purtroppo attualmente si trova in condizioni di estrema trascuratezza e potrebbe rischiare di crollare da un momento all’altro.

Foto: Maria Virzì