Vento di Trapani: la città dei due mari

I vini del trapanese

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Vini eccellenti in provincia di Trapani

In tutta l’Italia si producono ottimi vini ma non è esagerato dire che nella provincia di Trapani si producono vini eccellenti.

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Il Marsala, vino da meditazione di pregio e fama internazionali, l’ambrato e dolce Moscato di Pantelleria che profuma di sole, il Bianco d’Alcamo, fruttato e profumato. A questi tre vini DOC si accompagna una miriade di altri vini da pasto, molti a denominazione geografica, bianchi, rossi e rosati.

Nel trapanese le  varietà di uva coltivate sono rimaste quelle tradizionali. Infatti i vitigni bianchi son rappresentati dal Catarratto, dal Grillo, dal Grecanico, dallo Zibibbo e dal Damaschino mentre le uve nere sono il Nerello Mascalese, Frappato e Calabrese.

Le caratteristiche dei terreni e dei microclimi hanno dato origine a due tipi di viticoltura, rispettivamente della zona costiera e di quella interna.

La vite manifesta caratteristiche di vegetazione profondamente diverse perché strettamente legate alla qualità dei terreni, alla temperatura, alla insolazione, all’umidità relativa e alla piovosità.

Tutto ciò ha orientato tradizionalmente la scelta di allevamento della vite verso l’alberello basso, che risulta diffuso nella fascia costiera di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo e verso l’alberello alto nella zona collinare dell’Alcamese.

I vini D.O.C. trapanesi

Tale diversificazione delle colture ha delineato due zone DOC: il Marsala, la cui zona di produzione si estende da sud ovest per una linea che da Palermo va a Sciacca, toccando San Cipirrello e Partanna e si spinge verso il mare.

Il Bianco d’Alcamo si produce sulle colline e sulle valli di Alcamo e Calatafimi, Castellammare del Golfo, Salemi, Vita, Salaparuta, Camporeale, Gibellina, S. Ninfa e Buseto Palizzolo e si estende parzialmente in provincia di Palermo interessando i comuni di Monreale, Partinico, Camporeale e Poggioreale.

Chiudono i vini Doc della provincia di Trapani i Moscati dell’isola di Pantelleria.

I vini Marsala

Il Marsala venne definito DOC nel 1969.

Il vino che poi darà origine al Marsala nasce principalmente dai vitigni Catarratto  e Grillo.

Le uve Grillo, Catarratto, Inzolia e Damaschino danno origine al Marsala tipi Oro e Ambra; le uve Pignatello, Nero d’Avola, Nerello Mascalese sono invece usate per il Marsala Rubino.

vitigni trapanesi

differenze tra i vari vini Marsala

Oltre che per il colore, i vari tipi di Marsala si differenziano per i diversi metodi di lavorazione e per il contenuto zuccherino.

Il Marsala Fine, Superiore e Superiore Riserva sono invecchiati rispettivamente di almeno un anno, due anni e quattro anni. In questi il Marsala è conciato, cioè sono stati aggiunti mosto cotto, sifone ed alcool (o acquavite).

Il “sifone” è  ottenuto dalla vendemmia tardiva delle uve della varietà Grillo; ciò che si ottiene dalla pigiatura viene collocato in botti nelle quali era stato precedentemente posto dell’alcool, che ha lo scopo di bloccare la fermentazione.

Il Marsala Vergine o Soleras e il Vergine Riserva sono invecchiati rispettivamente di almeno cinque anni e dieci anni. Non sono conciati, cioè sono prodotti da uve base senza aggiunta di mosto cotto né di sifone.

Soleras

Il termine “Soleras” si riferisce ad una antica modalità di invecchiamento degli alcolici. Consiste in uno stoccaggio del Marsala in botti sovrapposte per un totale di cinque diversi “strati”. Il vino nuovo viene messo nella botte più in alto, dopo aver trasferito parte del suo contenuto  nella botte sottostante; ogni anno, un terzo del contenuto di ciascun contenitore viene travasato nel contenitore sottostante fino a raggiungere la botte situata alla base della colonna. Il contenuto di quest’ultima è poi destinato all’imbottigliamento.

Attualmente però l’invecchiamento del Marsala Soleras, descritto nel relativo disciplinare DOC, è di tipo ordinario  in botte di legno.

In base al contenuto zuccherino questi Marsala si dividono anche in Marsala secco, con zuccheri inferiori a 40 gr. per litro, semisecco e dolce.

Il Bianco d’Alcamo

Venne presentato per la prima volta nel 1856 alla mostra internazionale di Parigi. Nel 1972 venne riconosciuto a Denominazione di Origine Controllata.

Nasce principalmente da uve di Catarratto bianco e i mosti ottenuti con le più moderne tecniche enologiche consentono  di fare esprimere a queste uve tutta la loro caratteristica. Tra gli altri vitigni sono usati anche l’Inzolia, il Grillo e il Grecanico.

Questi vini bianchi e fruttati, di colore paglierino, ricordano i fiori della macchia mediterranea. Sono fiori aromatici con profumi lievi ma penetranti.

Hanno una composizione armonica naturale, dal momento che il grado zuccherino delle uve consente di ottenere vini con contenuto alcolico di appena 11,5 ° senza richiedere arricchimenti. Per questo motivo si gustano così come nascono, morbidi e robusti. Si abbinano perfettamente alla cucina di mare.

I moscati di Pantelleria

Nel 1971 è stato riconosciuta la Denominazione di origine Controllata al Moscato di Pantelleria. Attualmente il disciplinare prevede anche il Passito di Pantelleria, il Moscato liquoroso, il Moscato spumante, il Moscato dorato, il Passito liquoroso, lo Zibibbo dolce e il bianco anche frizzante.

Questi vari tipi di Moscati nascono tutti dalle uve Zibibbo, introdotte dagli arabi da Capo Zeibib. Requisito fondamentale è che la coltivazione delle uve e la produzione dei moscati e passiti si svolga esclusivamente a Pantelleria.

produzione vini liquorosi a Pantelleria

Il Moscato di Pantelleria naturale ha un colore giallo dorato tendente all’ambra, con aroma e gusto caratteristici delle uve moscate. La gradazione alcolica minima è di 11,5 gradi.

Il Moscato Passito di Pantelleria è invece un vino ottenuto da uve lasciate appassire o sulla pianta o dopo la raccolta. E’ un vino qualificato naturalmente dolce. L’aroma è di moscato, il colore ambrato, la gradazione alcolica di 20°.
Il Passito liquoroso è ottenuto con aggiunta di alcool etilico durante o dopo la fermentazione per ottenere una gradazione alcolica non inferiore a 22°.

Questi moscati sono il migliore dei modi per concludere una cena tra amici o accompagnare un dessert.

Il Moscato e il Passito di Pantelleria conservano dentro di loro l’essenza della selvaggia, assolata, splendida isola di Pantelleria.

Foto da: https://winenews.it/it/il-mare-il-vento-la-vite-ad-alberello-coltivata-sul_332403/

e Maria Virzì

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