Vento di Trapani: la città dei due mari

Venere ericina: Dea della fertilità

Venere. Una delle principali dee romane, principalmente associata all’amore, alla bellezza e alla fertilità.

“In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei”

Il santuario di Venere Ericina

Sulla rupe cilindrica dalle balze scoscese ed incessabili, sull’area occupata oggi dal castello normanno, sorse il famosissimo tempio di Venere Ericina. La cima del monte solitario non poteva essere più adatta ad ospitare il culto di una divinità che rappresentò la Natura Fecondatrice.
Se la cima del monte Erice si mostrava chiaramente contornata dall’azzurro del cielo, era segno del favore della divinità. Se, invece, la vetta era nascosta da fitta nebbia, bisognava propiziarsi la dea sdegnata.

I Sicani furono gli iniziatori del culto naturalistico ed innalzarono sulla rupe più elevata una piccola ara scoperta al cielo, nel centro di quello che fu il “thémenos“, il recinto sacro alla Dea.

Gli Elimi ed i Fenici-Cartaginesi accrebbero la fama del santuario, che assunse importanza in tutto il Mediterraneo.

I Punici, identificando nella dea ericina la loro Astarte, introdussero costumanze e riti tipicamente orientali.

Il monte divenne la meta del marinaio fenicio e cartaginese prima, greco e romano poi. Il santuario di Afrodite Euploia, alla cui protezione fu affidato il Canale di Sicilia, fu arricchito considerevolmente di doni ed il culto della dea fu diffuso in molte sponde del bacino mediterraneo.

Nel 415 a.C. i Segestani, che si erano rivolti ad Atene per chiedere alleanza contro i Selinuntini, mostrarono agli ambasciatori ateniesi il santuario ed il suo tesoro. Gli ospiti poterono così rendersi conto sia della posizione strategica del sito che della ricchezza in esso conservata al sicuro. Molti secoli prima infatti, i primi abitanti avevano fortificato la zona rendendola inespugnabile.

Il santuario divenne il centro religioso delle popolazioni elime, ed in seguito di quelle mediterranee.

Disegno Tempio Venere Ericina

Un punto di riferimento

La sua importanza militare fu rivalutata fin dal momento in cui si rese necessario frenare l’espansione dei Greci, da parte degli Elimi e dei Fenicio-Cartaginesi. Erycina VenusCiò fece aumentare il movimento che vi si svolgeva intorno. Il suo patrimonio si arricchì ancora considerevolmente per i continui apporti dei fedeli. Le feste in onore della Dea assunsero un carattere sempre più importante per la grande folla di ogni razza e di ogni lingua che vi partecipava.

Come l‘ariete, simbolo di fecondità, la colomba era sacra a Venere. Grandi schiere di colombe volavano tutto intorno alle mura. Secondo una ipotesi molto probabile, verso la metà del mese di Agosto queste si allontanavano veloci verso la Colombaia di Trapani. Avevano inizio, dunque, le feste Anagogie, che segnavano la fine dell’anno rituale. Al loro ritorno, che avveniva puntualmente a nove giorni dalla partenza, cominciavano i riti delle feste Katagogie. Queste feste avevano per cornice l’incanto della natura.

Dopo che Roma ebbe piegata Cartagine, il tempio della Dea fu oggetto di particolare cura da parte dei Romani. Il culto di Venere Ericina fu ulteriormente diffuso.
A favorire tale condizione privilegiata di Erice concorse il ricordo della mitica epopea delle peregrinazioni dei Troiani, che vede Erice come teatro d’azione.

In queste condizioni estremamente favorevoli il tempio conobbe il suo massimo splendore. Erice fu meta di governatori e magistrati che facevano sacrifici alla Dea e gareggiavano nell’arricchire il tesoro del tempio con nuovi doni.

castello di Erice

Il decadimento del tempio di Venere

Fiorentissimo nel 75 a.C., periodo in cui Cicerone tenne la questura di Lilibeo, il tempio decadde rapidamente nell’epoca successiva. Ciò avvenne a causa della diminuzione del traffico marinaro e per l’involuzione economica dell’Isola.
Privata già della sua funzione di centro militare, l’acropoli ericina, sede di una religione debellata dal Cristianesimo, decadde del tutto.
Gli scavi del 1932 hanno dimostrato che esso era di modeste proporzioni e che era ubicato da oriente ad occidente. Durante gli stessi scavi, venne scoperto un tratto di pavimento in mosaico, oggi scomparso. Stando ai cronisti del 1600, i resti del tempio dovevano essere ancor visibili in tale epoca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *