Chi va per l’isola di Favignana incontra qua e là cave di tufo che danno la sensazione di antiche strutture, più o meno plasmate dai fenomeni atmosferici, o di grotte realizzate dalla mano dell’uomo.
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Sono le antiche cave di tufo che per secoli hanno fornito materiale da costruzione un po’ a tutta la Sicilia occidentale. Basta guardare le facciate scrostate o tirate a vivo dei palazzi, delle chiese o delle case, per riconoscere che l’elemento base dell’edilizia non è stato tanto il mattone quanto il concio di tufo.
Il tufo
Questo materiale si presenta tenero allo strumento sapiente (il maranzano) tanto da poter essere modellato e sagomato secondo la necessità e il gusto. Duro e compatto, ha consentito di realizzare edifici che ancora ci narrano la loro storia, come la Basilica dell’Annunziata a Trapani.
Le cave potevano essere a cielo aperto, quando il materiale veniva estratto dall’alto verso il basso, dopo l’eliminazione del “cappellaccio“, cioè la parte superficiale. Esse si potevano presentare anche a caverna, quando i blocchi venivano estratti da sotto in su, avendo cura di lasciare in sito grosse sezioni (pileri) che sostenevano le volte.
I cocci di tufo (cantuna) erano estratti già squadrati in misure standard. Successivamente potevano essere modellati per la realizzazione di pavimenti più sottili. Nel caso dei rivestimenti, una delle facce veniva rifinita col maranzano per assumere un aspetto più omogeneo ed essere di grana più fine. Per l’estrazione, la conoscenza delle qualità statiche dei materiali guidava il cavatore. Egli, servendosi della picozza, dello zappone e del piccone nelle varie fasi della lavorazione, riusciva ad individuare i punti più idonei. Era l’esperienza, infatti, ad evitare che avvenissero crolli o che il materiale si danneggiasse.
La pietra, compagna dell’uomo dalle sue origini, con le sue diverse strutture ha consentito la creazione di strumenti e monumenti. Essa ha permesso l’elaborazione di tecniche edilizie che ancora sfidano il tempo.
L’attività odierna
Oggi purtroppo l’attività estrattiva del tufo è ridotta al minimo, sia per i costi della lavorazione che per quelli dei trasporti. Si preferisce utilizzare il tufo della costa marsalese, meno puro e compatto ma decisamente più competitivo sul mercato. I nuovi materiali utilizzati nell’edilizia consentono tempi di lavorazione più rapidi. Tutti questi fattori hanno segnato il tramonto di una delle attività tradizionali dell’isola. Restano solo i segni di una terra violata ma non travolta, le bianche case dell’isola che respirano attraverso pareti di tufo, e l’aspra bellezza di Cala Rossa, mentre le antiche cave di tufo sono diventate giardini di agrumi e le pareti delle cave proteggono gli alberi dall’azione dei venti.