Vento di Trapani: la città dei due mari

Grotte preistoriche nel trapanese

Grotte preistoriche lungo la costa

Ci sono diverse grotte preistoriche nella fascia costiera che va da San Cusumano al golfo di Bonagia, fino a Monte Cofano.

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In queste antiche grotte si credeva che vivessero i Giganti, i primi abitanti della Sicilia. Elefanti ed ippopotami abitarono le foreste siciliane.

La loro descrizione si deve al marchese Guido Dalla Rosa Prati, docente presso l’università di Parma,  che nel 1870 operò una pressoché completa ricognizione dei più importanti siti preistorici della Sicilia.

In seguito, nel 1925, il paleontologo francese Raimond Vaufrey le esplorò nuovamente.

Le grotte erano abitate già nel Paleolitico.

Queste grotte furono abitate da tribù del Paleolitico e ospitarono le prime forme organizzative degli esseri umani.

Alcuni dei ritrovamenti consistono in strumenti in selce, come punte di lame e frecce, materiale osseo animale, carbone e tracce di grano bruciacchiati che testimoniano il passaggio della razza umana da raccoglitori e cacciatori ad allevatori e coltivatori.

Tra i numerosi reperti preistorici sono stati ritrovati anche ossidiana e pitture rupestri, conservati presso il museo Pepoli di Trapani, il museo della Preistoria della Torre di Ligny e il museo Etno-antropologico di Parigi.

Le grotte preistoriche tra Trapani e Monte Cofano

La Grotta Martogna si trova nel tragitto da San Cusumano a Pizzolungo, alle pendici del monte Erice. Rientra tra le prime caverne esplorate dal marchese Dalla Rosa. La grotta di Martogna è detta anche del Gigante e del Toro e si trova a valle della torre dei Quattro Venti, una delle torri di avvistamento disseminate lungo la costa.

Grotta Emiliana

Più avanti, a Bonagia, a 60 mt sul livello del mare, si apre una delle caverne più ampie: la Grotta Emiliana. Questa prese il nome da Emilio, un console romano che soggiornava nei paraggi. Affianco si trova un’altra grotta, detta il riparo di Polifemo.

 Dalla Rosa, durante la sua esplorazione, individuò un ampio strato di materiale osseo che purtroppo è andato perduto. Infatti alla fine del secolo scorso questo genere di materiale era molto richiesto dall’industria inglese per la produzione di bottoni e porcellana.

Le grotte preistoriche di Custonaci

A Sant’Andrea bassa si trova la Grotta nera con alcune incisioni all’esterno e una croce all’interno. Arrivati nei pressi di Forgia, costeggiando le Rocche di Rumena, a 100 mt di altezza si trova la Grotta Rumena esplorata nel 1925 dal paleontologo francese Vaufrey. Usata come fortificazione durante le invasioni saracene è stata però piastrellata e dipinta.

Proseguendo verso il Baglio Mogli Belle si giunge, per mezzo di una scalinata intagliata nella roccia, alla Grotta Miceli anch’essa scoperta nel 1925. In essa restano ancora segni incisi più di 20000 anni fa.

Alle falde del Monte Cofano si apre la Grotta Mangiapane, la più conosciuta tra tutte. Più avanti ci sono ancora due grotte spaziose, una delle quali chiusa da un muro di pietre cadute.

Dalla Rosa scoprì la Grotta di Scurati già nel 1870. Era ricca di manufatti litici, come schegge, conchiglie, resti ossei di animali ormai estinti in Sicilia come il cervo.

Infine la Grotta del Crocifisso, sul lato nord di Monte Cofano che costeggia il mare, si trova di fronte a una piccola cappella omonima, luogo di pellegrinaggio perché, intorno al 1830, vi abitava un eremita.

La cappella è costruita quasi a strapiombo sul mare. E’ una stanza con un altarino in muratura, con una nicchia frontale protetta da una grata in ferro che custodisce il crocifisso.

Fonte:

Guido Dalla Rosa Prati