Vento di Trapani: la città dei due mari

Arancina o arancino : dibattito secolare

Di cosa si parla?

L’ arancina di riso è uno dei più noti cibi da strada siciliani.

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Nella versione originale è preparato con riso farcito con ragù di carne, piselli e caciocavallo. Il tutto impanato e fritto. Ci sono poi varianti con ripieno di prosciutto cotto e mozzarella, spinaci, funghi, melanzane, frutti di mare e perfino vegane. A Catania ovviamente non poteva mancare il ripieno con pistacchio di Bronte.

Il nome deriva sicuramente dalla sua forma e forse anche il suo colore che ricordano uno dei simboli dell’isola, il frutto dell’arancia.
Sembra che l’arancina risalga al periodo della dominazione saracena. Gli arabi infatti avevano l’abitudine di disporre al centro della tavola un vassoio di riso condito con zafferano. Poi appallottolavano nel palmo della mano un po’ del riso e lo condivano con la carne di agnello, fino a formare una pallina.

Fu alla corte di Federico II di Svevia che si pensò di ricoprire la pallina con una croccante panatura, soprattutto per renderlo comodo da trasportare nelle battute di caccia e meglio conservabile.

arancina siciliana

Arancino o arancina?

Andrea Camilleri, creatore del famosissimo personaggio “Il commissario Montalbano“, ha contribuito a far conoscere all’estero questa pietanza di rosticceria tipica siciliana con il libro Gli arancini di Montalbano.

Ma si dice arancino o arancina?

Nella Sicilia occidentale, Palermo e Trapani specialmente si chiamano arancine e hanno la forma rotonda.

Nella Sicilia orientale soprattutto nel catanese si chiamano arancini e hanno la forma allungata a pigna.

Non ci sono tracce di questo piatto nella letteratura, nelle cronache e nei ricettari prima della seconda metà del XIX secolo.

Inoltre nel dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi (1857) l’arancinu riporta come definizione “una vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia”.

Lo storico palermitano Gaetano Basile sostiene che il nome deriverebbe, come già detto, dalla somiglianza morfologica con le arance, altro simbolo della cucina sicula. Per tale ragione, afferma lo storico, non ci sono dubbi nel dire che il vero nome del piatto sia arancine.

tuttavia..

In realtà niente è certo. Il nome potrebbe derivare anche dal suo colore. In siciliano le parole che indicano nomi di colori hanno il suffisso –inu. Quindi arancinu potrebbe significare di colore arancio.

In siciliano i frutti sono in massima parte declinati al maschile e al plurale prendono la desinenza in –a, declinazioni che ricordano il latino  .

Si hanno perciò

SINGOLARE             —               PLURALE

 piro                      –                     pira

aranciu                     –                     aranci

miluni                       –                    miluna

 pruno                     –                     pruna

  limune                    –                     limuna

 picocco                    –                    picocca

eccezioni sono

 cirasa                   –                     cirasi

 persica                 –                   persichi

Quindi si può ipotizzare che originariamente il nome di questa pietanza fosse al maschile, arancinu arancini (piccole arance) anche se avrebbe avuto più senso chiamarle aranciddri, come la cassateddra  che è una piccola cassata.

I suffissi inu e ini sono rari nel siciliano occidentale.

E’ probabile che con la diffusione della lingua italiana il nome siciliano della pietanza nelle aree urbane si sia italianizzata. Nella lingua dialettale si parla ancora di aranci e arancini ma nella scrittura si percepisce come corretto arance e arancine.

Altrimenti dovremmo scrivere di cannola e non di cannoli,  di marturana e non di martorana, di sfinciuna e non di sfingioni.

Fonte:

Accademia della crusca

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