Vento di Trapani: la città dei due mari

I primi abitanti di Trapani

I primi abitanti di Trapani

I primi abitanti di Trapani e della Sicilia vengono identificati con due popoli di giganti, i Ciclopi e i Lestrigoni. Quest’ultimi chiamarono l’isola Trinacria.

Infatti le fonti storiografiche antiche spesso fanno riferimento alla letteratura greca, che a sua volta spesso fa riferimento alla mitologia.

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Sicani ed Elimi

A questi primitivi pastori giganti, come descritti da Omero, seguirono i Sicani. Questa popolazione probabilmente autoctona o proveniente dalla penisola italica chiamò l’isola Sicania. Gli scavi archeologici indicano come periodo di insediamento dei Sicani quello tra il III e il II millennio a.C.

Intorno al III millennio a.C. gli Elimi si insediarono nella parte nord ovest della Sicilia. Forse provenienti dall’Anatolia, più precisamente dalla Troade, gli Elimi si insediarono nella Sicilia Occidentale e qui convivevano con i Sicani.

Ai Sicani seguirono i Siculi, emigrati dalla penisola italica, che si insediarono nella parte orientale dell’isola. I Siculi diedero l’attuale nome alla Sicilia.

La fondazione di Trapani

Si ritiene che la primissima fondazione della città di Trapani sia stata opera degli Elimi  in una data antecedente alla guerra di Troia (avvenuta attorno al 1250 a.C. o tra il 1194 a.C. e il 1184 a.C.). Gli Elimi risiedevano ad Erice vetta ma in pianura fondarono un villaggio costiero utilizzato per le loro attività di pesca e agricoltura. La scelta di stabilirsi in montagna era dovuta alla necessità di difendersi dagli attacchi nemici provenienti sia dal mare che dalla terra.

A quanto pare gli Elimi sono stati i primi abitanti di Trapani.

I Fenici tra i primi abitanti di Trapani

I Fenici giunsero a Trapani nel IX sec a.C. trovandovi un piccolo agglomerato di case. A quel tempo, l’area che va da via Torrearsa fino a Torre di Ligny era una distesa fatta di scogli e di sabbia. Nell’area dell’attuale rione San Pietro, prima chiamato Casalicchio, c’era una palude sabbiosa. Nell’odierno rione San Nicola c’era un grosso promontorio.

Tra i primi abitanti di Trapani quindi troviamo anche i Fenici che cominciarono a costruire un centro abitativo stabile, una base per i loro scambi commerciali. Il primissimo nucleo sorse nell’attuale piazza San Domenico, in quanto il rilievo era adatto agli scopi difensivi dei Fenici.
Dove ora sorge la chiesa di San Nicola sorgeva un tempio eretto dai Fenici in onore del dio Nettuno, protettore di tutti i naviganti. In seguito i Fenici cominciarono ad abitare il rione San Pietro. Questo in epoca successiva venne chiamato Casalicchio probabilmente derivante dal latino Casalis veteris, case vecchie. Qui sorgeva un antico tempio in onore del dio Saturno.
Qualche tempo dopo, i Fenici ingrandirono lo scalo e lo trasformarono in emporio stabile, munendolo di un villaggio che fu chiamato Camesena, nome derivante da Cam, figlio maledetto di Noè.
Essi portarono i loro costumi e loro religione. Adoravano Saturno e Cerere e i loro culti si sono tramandati.

Il dio Saturno protettore di Trapani

Nel piedistallo che sorregge la statua di Saturno nell’omonima piazza, il maestro marmorario incise sulla pietra una scritta in cui si legge che Saturno stesso fondò la città di Trapani nell’anno 1225 dopo la fondazione del mondo. Se si interpreta questa frase in senso biblico, cioè a partire dal diluvio universale avvenuto nel 3308 a.C. effettivamente Trapani sarebbe stata fondata nel III millennio a.C. cioè al tempo dell’arrivo degli Elimi.
Che Saturno sia stato eletto dai popoli antichi come dio venerato dalla città è probabilmente legato al mito secondo il quale la falce su cui sorge Trapani è quella che fu gettata in mare da Saturno dopo aver tagliato i genitali al padre Urano.
I Romani fecero propri i miti e gli dei Greci magari rielaborandoli un po’. Quasi ogni dio romano ha una origine greca. Saturno era la controparte del dio greco Crono. Quest’ultimo era un Titano. I titani erano i figli della madre terra Gaia e del padre cielo Urano. Erano sei figli e Crono era il più giovane.

Il mito di Urano e Saturno

La Teogonia scritta da Esiodo è un poema mitologico , in cui si raccontano la storia e la genealogia degli dèi greci. Ripercorre gli avvenimenti mitologici dal Caos primordiale fino al momento in cui Zeus diviene re degli dèi.
Qui apprendiamo il mito di Urano e Saturno.
Urano, il dio Cielo, andava di notte dalla sua sposa, la Terra, la dea Gea. Si accoppiava ogni notte con Gea. Odiava però sin da principio i figli che generava con lei. Appena nascevano, li nascondeva nella cavità interna della Terra e non li lasciava uscire alla luce.
In tale malvagia azione egli provava gran gioia. L’immensa dea Gea ne era infelice così escogitò anche lei un inganno crudele. Trasse dalle sue viscere un terribile ferro, ne fece una falce con denti aguzzi e infine si rivolse ai suoi figli maschi. Chiedeva loro di aiutarla e punire il padre per la sua malvagia azione. I figli inorridirono e nessuno aprì bocca. Soltanto il grande Crono si fece coraggio e accettò.
Colsero Urano nel sonno e Crono spietatamente lo castrò col falcetto, afferrandogli i genitali con la sinistra e gettandoli poi assieme al falcetto in mare presso Capo Drepano.

La nascita di Zeus

Crono voleva dominare l’Universo così, come aveva spodestato il padre Urano, per evitare che i suoi figli spodestassero lui, li mangiava. Ma la moglie Rea, stanca di questo comportamento, partorì di nascosto l’ultimo figlio Zeus. Quando questi crebbe riuscì a far risputare al padre tutti i figli che aveva divorato. Nasce allora una lotta tremenda e straordinaria tra le due generazioni divine: da una parte Crono, i Titani e i Giganti nati da Gea; dall’altra Zeus e gli dei olimpici. Infine Zeus prese il posto del padre e divenne il capo degli dei. Crono trascorse un periodo di isolamento e di dolore, al termine del quale si trasformò in un dio buono, un dio dell’agricoltura che regnava con saggezza ed equilibrio.
Crono in greco significa tempo e perciò è un dio connesso con il ciclo delle stagioni e dei raccolti. Per questo veniva venerato come dio dell’agricoltura e del raccolto. Anche per i Romani rimase dio dell’agricoltura ed era spesso raffigurato con una falce in mano.

Un’altra versione del mito afferma che Crono, quando è spodestato da Zeus, fugge in Occidente e approda in Italia, in particolare nel Lazio. Qui viene chiamato Saturno e diviene il sovrano di una straordinaria età dell’oro, in cui i campi producono da soli il nutrimento per l’uomo, la natura è fiorente e rigogliosa, non ci sono guerre e malattie. La stessa Italia è chiamata spesso dai poeti terra di Saturno.

In realtà, come mostrano gli storici delle religioni, Saturno è un dio antichissimo, probabilmente collegato ai lavori agricoli e al mondo rurale (in latino satus indica la «semina») che è stato ereditato da popolazioni antichissime.

In fondo era normale che in Sicilia, terra di sole e di temperatura mite, si venerassero dèi protettori dell’agricoltura, così come la dea Cerere e Saturno.

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I Saturnalia

Le festività legate al dio si chiamavano Saturnalia ed erano celebrate a partire dal giorno 17 del mese di Dicembre. Era un giorno di totale libertà degli schiavi, in cui banchettavano con i loro padroni. Avevano carattere sfrenato e orgiastico; durante la loro celebrazione era consuetudine scambiarsi doni augurali, abolire le distanze sociali e considerare sospese alcune leggi e norme.

Trapani tra le città più antiche della Sicilia

Sembra certo che Trapani sia stata fondata prima di Agrigento, Siracusa, Catania e Selinunte, tutte città di origine greca. Sorta dopo la costruzione di Erice e di Segesta la sua nascita è antecedente anche a Mozia e Lilibeo. E’ successiva soltanto ad Enna, antica capitale dei Sicani.

fonti:

Michele Di Marco

https://www.eventitrapani.it/la-stele-di-anchise-il-mistero-del-sepolcro-perduto-2/

http://www.treccani.it/enciclopedia/saturno_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/