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Piotr Kapitza e il suo no alla bomba

Piotr Kapitza per la scienza di pace

Il fisico sovietico Piotr Leonidovič Kapica o Kapitza (1894-1984) all’età di venticinque anni perse i familiari per un’epidemia di scarlattina e fuggì in Inghilterra. Qui collaborò con l’Università di Cambridge dove si occupò di magnetismo.

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Effetto Kapitza-Dirac

In Inghilterra Piotr Kapitza conobbe Paul Dirac.
Un frutto importantissimo del lavoro di Kapica fu la scoperta, perlomeno teorica, del cosiddetto Effetto Kapitza-Dirac, importantissimo per gli sviluppi successivi della meccanica quantistica.

L’effetto consiste nella diffrazione di un fascio di particelle ben collimato, in particolare un fascio di elettroni, da parte di un’onda elettromagnetica stazionaria.

Questo esperimento previsto dai due fisici è stato finalmente dimostrato solo recentemente dai ricercatori dell’Università del Nebraska, grazie all’uso dei potenti laser moderni.

Kapitza costretto a rimanere in Russia

Nel frattempo Kapitza aveva ripreso i contatti con la Russia e si era sposato. Ricominciò a trascorrere brevi periodi nella sua patria.

Riceveva costantemente, per la sua fama di scienziato, proposte dal governo russo di tornare in patria definitivamente. A questo invito Kapitza si opponeva. Ma nel 1934, dopo essersi recato in Russia, gli era stato revocato il permesso di espatrio dalla polizia sovietica.

Dirac si recò in Russia per convincere le autorità a lasciar libero l’amico di tornare a casa. Ma i suoi sforzi e quelli degli altri colleghi furono vani.

Il governo russo acquistò il laboratorio inglese di Kapitza e lo installò nei pressi di Mosca.  Kapizca divenne subito direttore del nuovo “Istituto di Problemi Fisici”.

Gli studi di Kapitza in Russia

In Russia lo scienziato condusse una serie di esperimenti sull’elio liquido, che portarono alla scoperta della sua superfluidità nel 1937.
E’ probabile che abbia lavorato molto anche sull’energia atomica, incoraggiato o forse costretto dal governo russo. Era convinto della possibilità di costruire una bomba atomica ma altrettanto convinto della responsabilità che da ciò poteva derivare per leader politici e scienziati. Forse è il padre della bomba atomica russa.

Il messaggio di Kapitza

Non si ebbero più notizie certe di lui fino alle detonazioni nucleari condotte dagli Stati Uniti d’America nell’atollo di Bikini nell’estate del 1946, quando inviò ai suoi colleghi occidentali un appello, invitandoli a non impegnarsi nello sviluppo dell’energia atomica a scopi militari.

Poi seguirono altri anni d’inspiegabile silenzio, mentre i giornali americani scrivevano di lui che dirigeva l’equipe di costruttori della bomba atomica sovietica.

La verità su Kapitza

Invece dopo molto tempo si venne a conoscenza che lo scienziato era agli arresti  domiciliari a Zvenigorod, proprio per essersi rifiutato di dedicarsi al progetto della bomba H.

Lo avevano esonerato dalla carica di direttore dell’Istituto per i problemi fisici, costruito appositamente per lui, lo avevano privato di tutte le decorazioni, gli avevano dimezzato lo stipendio e lo avevano rinchiuso con moglie e figli nella sua piccola dacia di Zvenigorod. Unica concessione, il permesso di costruirsi un piccolo laboratorio, ma gli negarono gli assistenti. Così lo assisteva la moglie.

Kapitza era comunque uno studioso troppo prezioso, forse speravano in un suo ravvedimento. Nonostante fosse tenuto in isolamento, Stalin lo proteggeva dai suoi nemici, come il politico russo Beria.

Poi, col passare del tempo, gli restituì perfino alcuni privilegi, e gli permise d’incontrarsi con altri fisici, e fu per lui quasi un ritorno alla vita normale. Ma Kapitza si rifiutò di partecipare ai grandi festeggiamenti per il settantesimo compleanno di Stalin. Fu di nuovo privato di tutte le concessioni, fu di nuovo isolato nella sua dacia di Zvenigorod dove vi rimase fino alla morte del dittatore.

E così dopo Kapitza ritornò a dirigere il suo Istituto.

Il Premio Nobel a Kapitza

Piotr Kapitza fu insignito del Premio Nobel nel 1978. Dovette attendere quaranta anni perché gli fosse riconosciuto il premio che meritava doppiamente.

Doppiamente perché, negli anni bui della dittatura staliniana, ebbe il gran coraggio di rifiutarsi di dedicarsi al progetto della bomba atomica, convinto che la scienza deve essere al servizio dell’umanità e non della sua distruzione.

E perciò Piotr Kapitza insieme a Zichichi e Dirac giustamente è tra i sottoscrittori del manifesto di Erice, per una scienza per la pace.

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