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Ettore Majorana : il nostro Einstein

Ettore Majorana: il genio scomparso

Ettore Majorana

Uno dei motivi per cui Erice è conosciuta nel mondo è il Centro Internazionale di Cultura Scientifica, dedicato a Ettore Majorana, voluto da Antonino Zichichi che ne è presidente.

Centro Ettore Majorana

Ettore Majorana è certamente una figura molto affascinante di cui forse si parla ancora poco.
Nato a Catania nel 1906, era uno di quelli che si definiscono bambini prodigio.

Tormentato e geniale da sempre, Majorana era uno spirito libero dotato di una straordinaria vena polemica ma estremamente promettente. Spesso era polemico al limite dell’offesa nei confronti dei suoi insegnanti, ai quali contestava mancanza di preparazione o “miopìe  scientifiche”. Infatti si era meritato il soprannome di ¨Grande Inquisitore¨, ma anche di “Spirito Santo” .

Il giovane Majorana, dopo aver conseguito la laurea con Enrico Fermi come relatore, cominciò ad occuparsi di fisica teorica.

Di lui lo stesso Enrico Fermi nel 1938 aveva detto che ci sono diverse categorie di scienziati nel mondo, e poi ci sono i geni, come Galilei e Newton. E Majorana era uno di questi. La comprensione che Majorana aveva della fisica a quei tempi era di una profondità e completezza che pochi altri al mondo potevano eguagliare.

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Le ricerche di Majorana

Si dice che egli avesse postulato l’esistenza del neutrone ma non avesse pubblicato i risultati perché riteneva le sue sperimentazioni insufficienti.

L’inglese Chadwick, a conferma dell’ipotesi del fisico italiano, dimostrò poi l’esistenza del neutrone.

Una particella, come più aventi si scoprì, che si poteva far “entrare” nell’atomo proprio grazie alla mancanza di interazioni elettromagnetiche, in grado di provocare la scissione del nucleo. Da qui iniziarono gli studi di Fermi e colleghi sulla fissione nucleare che culminarono nel “progetto Manhattan”, il famigerato studio che portò alla realizzazione della prima bomba atomica.

Majorana sviluppò l’idea di un nucleo composto solo da neutroni e protoni (senza elettroni, come fino ad allora era erroneamente ipotizzato). Elaborò una teoria di forze nucleari che potevano tenere unite assieme tutte queste particelle.

I rapporti con gli altri scienziati

Nel 1930 Wolfgang Pauli postulò l’esistenza di un’altra particella, senza carica elettrica e con massa piccolissima praticamente non misurabile, il neutrino. Molti ritengono che fu proprio Majorana a confermare la validità della teoria del neutrino.

Solo dopo l’incontro con il padre della meccanica quantistica Werner Karl Heisenberg  nel 1933 Majorana si convinse a rendere pubblico il suo lavoro, che diventò poi la base della fisica atomica attuale. Le forze nucleari da lui teorizzate infatti portano oggi il suo nome.

Nel suo soggiorno all’estero interagì anche con Niels Bohr, altra leggenda della fisica del novecento. Altro contributo importantissimo furono i suoi studi sulla meccanica quantistica e sulla fisica delle particelle.

Majorana ha lasciato nove pubblicazioni su una nuova matematica. Molti dei suoi scritti sono stati capiti solo dopo 30 anni e altri ancora restano da capire.

La scomparsa di Majorana

La sua improvvisa e misteriosa scomparsa ha suscitato, dalla primavera del 1938 fino ad oggi, continue ipotesi sulla possibilità che si sia trattato di suicidio o allontanamento volontario, e sulle reali motivazioni che avrebbero spinto Majorana a scomparire.

La sera del 25 marzo 1938 Ettore Majorana partì da Napoli, dove insegnava all’Università. Con un piroscafo della società Tirrenia navigò alla volta di Palermo, ove si fermò un paio di giorni. Sembra che sia stato visto sulla nave di ritorno verso Napoli. Da quel momento si sono perse le sue tracce. Nonostante lo stesso Mussolini avesse proposto una ricompensa per chi ne avesse dato notizie, non si seppe mai più nulla di lui, almeno non in modo inequivocabile.

Il prelievo di una considerevole somma di denaro (alcuni stipendi arretrati) effettuato da Majorana prima di far perdere le sue tracce, oltre che la sparizione del suo passaporto, fecero pensare che non si trattasse di suicidio.

e le numerose ipotesi sulla scomparsa

Sono state fatte molte ipotesi: che fosse fuggito all’estero, che possa essere stato ucciso o rapito dai russi o sequestrato dai servizi segreti per costringerlo a costruire la bomba atomica.
Secondo l’ipotesi di Leonardo Sciascia, potrebbe aver calcolato la potenza della fissione atomica qualche mese prima che l’avvenuta scissione dell’atomo fosse resa nota. Il presagio di un orrore imminente lo avrebbe angosciato tanto da scatenare un conflitto interiore che l’avrebbe indotto a scomparire e rinchiudersi in un monastero.

La famiglia, il suo confessore e Laura Fermi, che lo aveva conosciuto, affermarono con convinzione che sicuramente non si trattò di suicidio ma probabilmente di una crisi mistica che lo avrebbe spinto a ritirarsi in un monastero.

Dai risultati della comparazione di una foto in cui è mostrato un certo signor Bini, cinquantenne, con le foto del padre di Majorana sembrerebbe accertato che il fisico abbia vissuto in Venezuela nel 1955. Infatti in questa foto Majorana, che si faceva chiamare Bini, appare insieme con un meccanico emigrato italiano, Francesco Fasani. Sembra che lo stesso Bini avesse rivelato al Fasani la sua reale identità.

Fra le ipotesi più recenti c’è quella che il famoso fisico abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita girovagando come un clochard in Sicilia. Ernesto Scibona, residente a Ragusa, ma originario della provincia di Catania, ricorda di aver conosciuto da bambino un uomo singolare. Questi aveva trascorso alcuni periodi della sua vita in una casina rossa dell’Anas, situata sulla strada fra Caltagirone e Mirabella Imbaccari.

Ma ci sono ulteriori sviluppi molto interessanti sul caso della sua scomparsa.

Lo zio di Ettore Majorana era anche lui un fisico e si chiamava Quirino Majorana, ed è noto per il cosiddetto “effetto Majorana”.

Sembra che avesse scoperto che sfere di piombo immerse in un contenitore con mercurio perdevano una determinata quantità di peso. Il peso perso era dovuto all’effetto di schermatura del mercurio sulle sfere di piombo. Cioè il mercurio funge da specie di isolante contro la gravità della terra.

Nel 2006 in occasione del centenario della Società Italiana della Fisica è stato pubblicato un libro del Prof. Giorgio Dragoni dal titolo: ”Ettore e Quirino Majorana, tra fisica teorica e sperimentale.” In esso vengono mostrate 34 lettere di Ettore Majorana spedite allo zio Quirino.

Praticamente in queste lettere vengono descritti degli esperimenti svolti da Quirino a cui Ettore rispondeva con l’analisi e la spiegazione teorica dei risultati ottenuti.

Fin qui la premessa.

Nel 2011 usciva un libro, “Il dito di Dio” che alcuni anni dopo veniva ripreso con il titolo: ”Il segreto di Majorana, due uomini una macchina”, di Alfredo Ravelli.
In questo libro viene tratteggiata la collaborazione di Ettore Majorana con Rolando Pelizza, risalente al 1958. Questi avrebbe messo a punto una macchina, ideata dal Majorana, che avrebbe dato conferma sperimentale a una teoria fisica elaborata dallo stesso scienziato. Questa macchina sarebbe capace di annichilire la materia, produrre energia praticamente a costo zero e di essere impiegata per la trasmutazione della materia.
Rolando Pelizza ha autorizzato la pubblicazione dei libri e ha dato incarico a due giornalisti di inserire i disegni della macchina nei loro siti.

Dall’analisi di questi progetti emerge un filo che connette i due Majorana, zio e nipote. Tra le varie parti che compongono la macchina ci sono sfere d’acciaio contenenti mercurio che vengono poste in rotazione a determinate frequenze per annullare la forza di gravità. Ci sono altri sistemi posti in rotazione per produrre effetti elettrici e fotoelettrici. Nei disegni si riprendono gli stessi esperimenti condotti da Quirino Majorana e discussi nel carteggio di lettere con il nipote dal 1931 al 1937.

Allora Pelizza ha davvero incontrato Majorana e sarebbe diventato suo allievo nel 1958.

La “macchina” di Majorana

Racconta Rolando Pelizza che lui e soprattutto il maestro Majorana desideravano che questa macchina fosse utilizzata per scopi benefici.

Con essa si potrebbe eliminare l’anidride carbonica nell’atmosfera e ricostruire lo strato di ozono, che ormai sappiamo essere insufficiente per la protezione del nostro pianeta dai raggi solari.

I due desideravano che la macchina fosse usata per servizio all’umanità intera e mai per accrescere il potere di qualsivoglia stato della Terra.

Purtroppo questo straordinario ritrovato tecnologico, la “macchina”, come la chiama il Pelizza, già dai primi esperimenti non fu considerato come strumento utile all’Umanità intera. Come si temeva fu vista unicamente come arma dagli effetti sconvolgenti, in grado di modificare gli equilibri mondiali.

Pelizza si lamenta dei costanti ostacoli che aveva incontrato fin dall’inizio e degli impedimenti a qualsiasi iniziativa o applicazione pratica della ”macchina” per il beneficio collettivo. Pelizza avrebbe rifiutato delle offerte poco precise che gli provenivano dal governo belga per timore che la macchina venisse utilizzata per scopi bellici.

Tuttora Pelizza insiste nell’impegno solenne a non utilizzare mai la macchina come arma, ma solo per impieghi civili “per il bene dell’Umanità, che purtroppo sta andando incontro a un terribile disastro a causa del nefasto impiego delle varie scoperte”.

Conferma che lo schema costruttivo della macchina, che egli fornisce, consente di operare sulle quattro fasi ipotizzate.

  1. Annichilamento della materia.
  2. Riscaldamento della materia.
  3. Trasformazione della materia.
  4. Traslazione della materia.

Nell’anno 2000, Majorana in una lettera avrebbe esortato l’allievo Pelizza ad abbandonare ogni progetto riguardante la macchina poiché temeva per l’incolumità dell’amico e della sua famiglia. Pensava anche che di fronte a certe potenze tutto sarebbe stato vano.

La divulgazione

Nel 2014 il Pelizza aveva rivolto un pubblico appello a tutti gli uomini liberi e di buona volontà. Ha divulgato l’esistenza di questa tecnologia di cui aveva dato ampia dimostrazione a ben 3 stati, USA, Italia e Belgio di fronte alla stessa Nato. Ha anche spiegato le sue applicazioni concrete che potrebbero salvaguardare l’esistenza dell’Umanità, secondo la volontà di Ettore Majorana che l’aveva progettato e l’allievo che l’aveva costruito fisicamente.

Pelizza non chiedeva finanziamenti, ma la possibilità di metterla a disposizione per tutti i possibili usi pacifici e a vantaggio innanzitutto dell’Italia, dell’Europa e di tutto il resto del mondo, ma questo suo appello, probabilmente per contrari interessi superiori, è rimasto lettera morta.

Gli ultimi esperimenti sulle capacità della macchina sono stati filmati e testimoniati da notai. Le lettere mandate da Ettore al Pelizza sarebbero state riconosciute originali da grafologi. Per gli scettici: tutto sembra corrispondere a verità.

Le ultime notizie su Majorana

Majorana era vivo fino al 2006 anno in cui il Pelizza non ebbe più  sue notizie. Da qui il libro “2006: Majorana era vivo!”, edito in questo anno 2017. Porta come sottotitolo “Le ultime lettere di Ettore Majorana a Rolando Pelizza”.

Il segreto di Majorana” edito nel 2015 porta come sottotitolo “Due uomini, una macchina”. Qui si è ampliato il racconto precedente, “Il dito di Dio”, riportando la prima trasmutazione degli elementi (la terza fase della teoria di Ettore Majorana). Sono stati aggiunti tutta una serie di altri documenti: due fotografie di Ettore Majorana, alcune sue lettere e la perizia della grafologa Sala. Il segreto è: Majorana si è ritirato per lavorare al suo grande progetto, estrapolare in modo dolce la grande energia esistente negli atomi, senza ottenere gli spaventosi risultati delle bombe nucleari.

Nel libro “2006: Majorana era vivo!” il racconto viene ampliato fino all’anno 1992 con la descrizione di altre due trasmutazioni, e si portano le prove che Ettore Majorana nel 2006 era ancora in vita. Vi sono altri interessantissimi documenti e filmati.

Che il mistero della scomparsa di Ettore Majorana .sia davvero risolto?

E se tutto ciò fosse vero ci lascia ancora più piccoli rispetto alla grandezza del genio di Majorana che l’umanità ancora una volta non ha saputo comprendere.

Articolo di Andrea Rampado su Nexus n.129

https://www.majorana-pelizza.it/

http://www.ccsem.infn.it/

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